Evoluzione del servizio: supporto esteso e VPS gestito come garanzia di tranquillità e conformità
Entro il 2026, il segmento dei Managed VPS e dei servizi con supporto esteso non solo manterrà, ma rafforzerà la propria posizione dominante. Si tratta di una crescita sostenibile, guidata da una decisione strategica dei clienti B2B: delegare le attività di routine e la responsabilità a operatori competenti.
Supporto 24/7: la delega come risparmio di risorse
Le aziende, in particolare le piccole e medie imprese, delegano sempre più spesso le attività di supporto dell’infrastruttura IT a organizzazioni terze, alimentando la domanda di servizi gestiti o di supporto esteso. Non sorprende quindi che questa opzione compaia sempre più frequentemente nelle offerte VPS dei provider di hosting:
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Aggiornamenti automatici del sistema operativo e del software;
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Monitoraggio proattivo ed eliminazione dei colli di bottiglia;
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Configurazioni di sicurezza avanzate e backup automatizzati;
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Supporto tecnico 24/7 in grado di risolvere i problemi e ripristinare il servizio.
Per i clienti privi di competenze tecniche approfondite, delegare la gestione del server al provider è un meccanismo chiave per ridurre la responsabilità operativa e legale. Gestendo la configurazione, il provider garantisce automaticamente la conformità a molteplici requisiti di sicurezza e integrità dei dati, inclusa l’adesione a standard come ISO 27000. Di conseguenza, il pricing dei Managed VPS e del supporto esteso si sta evolvendo verso l’inclusione di un premium per la conformità normativa garantita.
Prezzo vs Valore: inclusione aggressiva dei servizi
La concorrenza costringe i provider a includere nei pacchetti base funzionalità avanzate che in precedenza erano opzionali. Il mercato si sta allontanando dalla competizione sul prezzo delle sole risorse “grezze” (GB di RAM, vCore) per passare a una competizione basata sulla qualità e sulla quantità dei servizi inclusi.
Nelle moderne linee di prodotti VPS, alcune funzionalità chiave sono diventate standard: banda garantita, storage NVMe, backup automatici giornalieri e protezione DDoS automatica. Questo cambiamento dimostra che i clienti business cercano affidabilità e protezione completa. Anche il deployment in hub strategici europei (Francoforte, Amsterdam, Parigi) con supporto multilingue sta diventando uno standard per garantire una copertura paneuropea.
NVMe VPS: il nuovo minimo obbligatorio di velocità
Ci stiamo avvicinando a un’epoca in cui il VPS con NVMe sarà il minimo obbligatorio per l’hosting di livello enterprise. Questo salto tecnologico è fondamentale per gestire siti e-commerce ad alto traffico, database complessi e applicazioni ad alta intensità di risorse, con un impatto diretto sull’esperienza del cliente e sull’efficienza operativa.
Prontezza per IA ed Edge Computing: l’evoluzione delle configurazioni tipiche
Il fattore critico che determina le prestazioni di un VPS è il passaggio definitivo alla tecnologia NVMe. NVMe utilizza le linee PCIe per comunicare direttamente con la CPU, aggirando i colli di bottiglia del protocollo AHCI ormai obsoleto. Questo garantisce una latenza di circa 30 microsecondi, nettamente superiore rispetto agli SSD SATA, che superano gli 80–100 microsecondi. Per applicazioni ad alto carico come database, sistemi finanziari ed e-commerce, che richiedono tempi di risposta stabili e minimi, NVMe diventa lo standard obbligatorio. I provider di hosting stanno completando rapidamente questa transizione e, entro la fine del 2025, NVMe sarà lo standard per tutti i piani VPS raccomandati. Oltre alla bassa latenza, questo tipo di storage garantisce velocità di lettura e scrittura significativamente più elevate.
Cresce anche la domanda di risorse di calcolo. Le configurazioni tipiche si stanno ampliando, partendo da 2 vCore / 4 GB di RAM fino a 32 vCore / 128 GB di RAM per progetti ad alta intensità di risorse. Aumentano anche i requisiti di rete: una banda garantita compresa tra 200 Mbps e 2 Gbps sta diventando la base per supportare servizi ad alto traffico e di streaming.
TCO e sovranità: perché i VPS Linux e l’Open Source dominano in Europa
Il segmento dei VPS Linux continua a dominare il mercato dei server virtuali in Europa. Ciò è dovuto a due vantaggi chiave: un Costo Totale di Proprietà (TCO) inferiore, grazie all’assenza di licenze costose, e una solida reputazione in termini di sicurezza, aspetto cruciale per le aziende europee. Secondo una ricerca di Cognitive Market Research, il mercato europeo dei sistemi operativi Linux dovrebbe registrare un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 19,9% tra il 2024 e il 2031.
Nel contesto della sovranità digitale, il ruolo di Linux e delle altre soluzioni open source si rafforza ulteriormente. Il desiderio dell’UE di ridurre la dipendenza da piattaforme non europee ed evitare il vendor lock-in favorisce la migrazione verso soluzioni Open Source.
KVM + Kubernetes: dalla VM all’infrastruttura ibrida del futuro
KVM rimane una tecnologia chiave per garantire l’isolamento hardware necessario ai VPS. Tuttavia, la pianificazione strategica della maggior parte delle organizzazioni include non solo le macchine virtuali tradizionali, ma anche moderne tecnologie di containerizzazione e orchestrazione, oltre al deployment su infrastrutture Edge e all’utilizzo dell’IA generativa.
È evidente una chiara tendenza verso l’ibridazione. Le aziende che non sono pronte per una transizione completa ai container cercano soluzioni che unifichino la gestione. Piattaforme open come Apache CloudStack, Proxmox VE, OpenNebula e KVM consentono di gestire sia VM tradizionali sia container da un’unica piattaforma. Questo approccio offre la flessibilità necessaria, evita il vendor lock-in e prepara l’infrastruttura alle innovazioni future.
Grazie alle configurazioni ad alte prestazioni disponibili, il VPS diventa un ambiente ideale ed economicamente efficiente per i test di sviluppo e persino per il deployment di piccoli ambienti di produzione.
Principali trend di configurazione per il 2026

Il mandato “verde” dell’UE: dal marketing a un requisito normativo rigoroso
La sostenibilità e il rispetto dell’ambiente sono diventati non solo un vantaggio di marketing, ma un requisito normativo obbligatorio in Europa. La Commissione Europea ha fissato l’ambizioso obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica dei data center entro il 2030. Considerando i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, secondo cui i data center supereranno i 600 TWh di consumo elettrico nel 2026, l’UE sta implementando attivamente meccanismi per aumentare l’efficienza energetica dei data center e del cloud computing.
I principali strumenti di controllo includono il Regolamento Ecodesign, il Codice di Condotta per l’Efficienza Energetica dei Data Center e il Regolamento sulla Tassonomia, che definisce i criteri per qualificare gli investimenti come ambientalmente sostenibili. Per i provider VPS, ciò significa che dimostrare l’uso di fonti di energia rinnovabile e l’adozione di misure di recupero del calore di scarto diventa di importanza critica. Per i clienti, invece, scegliere servizi basati su data center non sostenibili rappresenta un costoso errore reputazionale, in contrasto con i valori di un business responsabile e in grado di allontanare i consumatori moderni.
La domanda del mercato è elevata: secondo una ricerca di Gartner, la metà delle organizzazioni prevede di implementare il monitoraggio della sostenibilità dell’infrastruttura e una possibile transizione verso l’hosting “green” entro il 2026. Inoltre, i requisiti UE per il green public procurement e gli obiettivi aziendali in materia di sostenibilità e responsabilità sociale fanno sì che i provider privi di una strategia di sostenibilità trasparente e verificata vengano esclusi dalle principali gare B2B. Di conseguenza, nel 2026 la certificazione secondo gli standard di sostenibilità (ESG – Environmental, Social, Governance) e la reportistica trasparente diventeranno un requisito competitivo obbligatorio, soprattutto nei mercati maturi come Germania, Francia e Regno Unito.
È il momento di agire: scegli il tuo nuovo VPS conforme ai requisiti moderni
Il 2026 non è solo un aggiornamento tecnico, ma un punto di svolta strategico per il mercato europeo. L’infrastruttura cloud attuale deve risolvere simultaneamente due sfide fondamentali: garantire prestazioni elevate per i nuovi carichi di lavoro e rispettare il mandato “verde” dell’UE. Senza la transizione a NVMe si rischia di perdere in velocità; senza una reportistica ESG trasparente si rischia l’esclusione da grandi gare e appalti pubblici.
Non aspettare che i concorrenti superino questo “filtro verde”. Il tuo partner di hosting affidabile ha già integrato questi standard: offriamo VPS basati su NVMe, con la flessibilità di KVM, operativi su un’infrastruttura con una strategia ESG verificata. Fornisci oggi alla tua azienda il vantaggio competitivo necessario, sicurezza normativa e prestazioni superiori.
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